I "VOLTI"

 

L'elemento che più caratterizza le Maschere "da vecchia" sono i "volti"1), le maschere di legno che sono indossate da tutti i componenti di questo gruppo.

Come ho già avuto modo di riferire, in passato anche le Maschere "da bella" avevano il volto coperto. Attualmente le maschere lignee "da bella" sono completamente scomparse dalle Mascherate; qualcuna si trova ancora in casa di qualche famiglia, gelosamente custodita.

Possiamo quindi considerare i "volti" come elemento ora esclusivo delle "Coppie da vecchia".

Queste maschere rappresentavano volti di uomini e di donne. Sono ognuna diversa dall'altra essendo lasciata la fantasia dell'artista completamente libera. Pur nella loro grande varietà sono accomunate da alcuni caratteri tipici: rappresentano visi di vecchi, profonde rughe solcano la fronte e le guance; i lineamenti sono volutamente deformi, i nasi storti o con gobbe, le labbra atteggiate a smorfie o socchiuse per lasciare intravedere pochi denti, i menti sporgenti2).

Sono volti segnati dall'età, dalla fatica quotidiana e dal duro lavoro nei campi.

Credo che in alcune di queste maschere, soprattutto quelle che presentano una maggiore tendenza alla caricatura attraverso l'esagerazione dei difetti e la deformazione dei lineamenti, possa essere ravvisato uno dei momenti in cui trova espressione il gusto per il grottesco e per il caricaturale, di cui parlavo in precedenza.

Per quanto caricaturali ed esagerate nei tratti, le maschere di Comelico Superiore rappresentano però, sempre volti umani. Le maschere non sono pitturate: il colore, che è in genere scuro, per lo più nero, bruno, ocra, è ottenuto con un particolare trattamento del legno.

Appare evidente come le maschere di questa categoria risultino contrapposte a quelle che una volta erano indossate dalle "Coppie da bella" e da quella che ho potuto vedere del Matazìn3).

Benché queste maschere "da vecchia" rappresentino sempre visi dai tratti fondamentalmente brutti, in paese si parla spesso di belle maschere "da vecchia" e vivo è il ricordo di maschere particolarmente riuscite.

Ciò significa che a questi lavori viene attribuito un valore artistico.

Le maschere sono profondamente incise all'interno in modo che, una volta indossate, possano coprire completamente il viso. Quasi sempre, inoltre, la testa è avvolta in un fazzoletto per impedire il riconoscimento.

All'interno le maschere recano spesso incisa la data di fabbricazione.

Di fianco, all'altezza circa degli zigomi, vi sono due fori; un terzo è molto in alto sulla fronte. Nei fori laterali passa un elastico o una cordicella che tiene ben ferma la maschera sulla nuca: nel foro frontale passa un altro elastico che è legato al precedente ed impedisce alla maschera di scivolare in basso e muoversi.

Quando in passato era molto importante che non si scoprisse l'identità del mascherato si cercava di rendere irriconoscibile la voce. Soprattutto si ricorreva al sistema del bottone trattenuto tra le labbra: si usava un bottone gemello o altrimenti si passava una cordicella tra due bottoni normali e quando si indossava il "volto", un bottone era tenuto in bocca mentre l'altro era poggiato fuori, sulle labbra della maschera.

Ciò era sufficiente per mutare la voce. Per maggiore sicurezza si parlava anche in falsetto; del resto, già semplicemente indossando la maschera, la voce risulta falsata.

La maschera non era mai tolta durante tutta la giornata. Per bere, quando veniva offerto il vino nelle case visitate, i mascherati si rifugiavano in un angolo dove potevano sollevare la maschera senza essere visti. Pare che la maschera venisse tolta se il mascherato si tratteneva a lungo nelle case oppure spontaneamente per farsi riconoscere dalle famiglie visitate.

La produzione di maschere lignee non è affatto un fenomeno legato al passato. Ancora oggi si trovano in paese persone che, con maggiore o minore successo, intagliano maschere. In genere si tratta di falegnami o di persone che, pur non avendo una preparazione specifica, hanno dimestichezza con il legno e, durante il tempo libero, si dedicano alla produzione dei "volti".

Il legno preferito è l'ontano, il tiglio, il cirmolo. Si lascia stagionare bene, altrimenti la maschera si creperebbe, e poi si comincia a lavorare. Prima di scavare la parte interna bisogna aver ben presenti diverse misure: la larghezza del naso, la distanza degli occhi e la bocca. E' importante che queste misure interne corrispondano al viso perché la maschera possa essere indossata tutta la giornata. Sul legno appena sbozzato si fanno subito gli occhi e poi si prosegue con il resto. Le forme esterne possono variare enormemente da maschera a maschera secondo il gusto dell'artista. Anche le dimensioni possono variare: alcune misurano quanto un viso normale, altre possono essere più grandi. Spesso è la forma stessa del legno a suggerire l'ispirazione oppure si. cerca di riprodurre qualche viso particolare visto in paese.

Alcune volte si ha in mente il ricordo di qualche maschera ormai scomparsa, particolarmente espressiva.

Si lavora nei momenti liberi, in genere occorrono due o tre giorni di lavoro ma molto dipende dall'estro e dalla fantasia dell'artigiano. Queste maschere sono usate solo per le Mascherate4). La produzione di maschere, infatti, non è legata ad attività commerciali; i "volti" sono fatti da chi ne ha le capacità e poi rimangono di loro proprietà oppure prestati o regalati ad amici in occasione del Corteo.

Gli artigiani sono generalmente molto affezionati alle loro creazioni, soprattutto a quelle più riuscite, e le conservano con cura. Si ha notizia addirittura che in passato un artigiano di Candide conservasse tutte le sue maschere appese ad un chiodo nella stanza da letto (De Lorenzo Tobolo, 1984).

Le stesse maschere possono essere usate tutti gli anni. Tuttavia in ogni Mascherata ce n'è sempre qualcuna nuova fatta appositamente per arricchire il Corteo e non vedere sempre gli stessi "volti".

Spesso, finito un Carnevale, già si pensa alle Maschere per l'anno seguente.

Diversi artigiani posseggono numerose Maschere di varia età. In paese, tuttavia, sono rarissime le maschere molto vecchie, gelosamente conservate dalle poche famiglie che ne sono rimaste proprietarie. Infatti qualche decennio fa si è assistito da parte di alcuni antiquari - a Comelico Superiore vi sono numerosi negozi di antichità - alla raccolta di oggetti antichi, tra cui le maschere, che sono state facilmente cedute dai proprietari.

Questo fenomeno è da collegarsi con quello dello spopolamento dei paesi ed il conseguente abbandono delle proprie tradizioni.

A causa di questa scarsità di "volti" in legno c'era stato un proliferare di maschere in plastica.

Sebbene in qualche Mascherata compaiano ancora ma­schere di plastica o di cartapesta attualmente ci sono in giro a Comelico Superiore molti "volti"; conseguenza del rinnovato interesse e rivalutazione delle proprie tradizioni, fenomeno di cui già ho riferito.

 

NOTE

1.      Per i "volti, vedi anche l'Appendice n.1.

2.      L'aspetto di alcune di queste maschere "da vecchia" ricorda il concetto grottesco proprio di Bachtin (1979: 32-33).

3.      Per una descrizione della maschera del Matazìn, vedi i protagonisti.

4.      Alcune volte può accadere che una maschera non possa essere indossata perché sono sbagliate le misure interne. In tal caso spesso è conservata ed appesa all'interno delle case.